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— Cara! non volevo mica lasciarci la pelle! — dichiarò la Marinka.

La Fabbri prosegui rivolta a Noris:

— Non abbiate dunque scrupolo, caro maestro. Se desidero imparare a volare con voi è appunto perchè voi non assomigliate agli altri maestri.

— Grazie! — fece Lorenzo Rolla senza offendersi affatto.

Stabilito l’accordo sulla cosa che più premeva alla Fabbri, la conversazione si generalizzò: Rolla e Coralli, dimentichi per un momento dei rispettivi amori, presero a interrogare Noris sui suoi progetti e sui preparativi che si diceva egli stesse facendo per una prova inimmaginata mai.

Ma Noris aveva poco da dire o non voleva dire allegando che i progetti erano ancora assai vaghi e appena abbozzati i preparativi.

— È vero — gli domandò Ughetta — che andrete in America in aereoplano?

La risposta alla domanda che solo la ragazza aveva osato fare interessava tutti.

— Forse!

Un sorriso enigmatico errava sulle labbra del giovane.

Minerva Fabbri osservò:

— In America? Attraverso l’Oceano?

— Forse! — ripetè Noris.

— In questo caso, vuol dire che avreste trovato un apparecchio nuovo, perchè coi mezzi attuali di cui l’aviazione dispone non è possibile varcare l’Oceano.

— Vedo con piacere che siete competente, — dichiarò Noris.

Il complimento non commosse la Fabbri ma la conferma che esso conteneva della sua supposizione, sì.

— Avete inventato un apparecchio nuovo? — ella chiese.

— No, finora no. Sto cercando.

— E trovate?

— Forse!

— Lasciategli il suo segreto, cara Pallade Ate-