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to trepidato pel signore, vieni almeno a salutarlo.

Il bel visetto di Marguerite s’era fatto di fiamma e le sue mani tormentavano un lembo del grembiulino di seta nera staccante come una nota d’austerità sull’azzurro della semplice veste che rivelava senz’alterarla la flessuosità della figurina snella, ma i suoi grandi occhi puri come due lembi di cielo guardavano Noris con franchezza e con intensità come volessero cercare nel suo viso il segreto del suo avventuroso e vittorioso destino.

— Sono io che debbo ringraziarvi delle premure e dell’interessamento che voi avete avuto per me, signorina, e lo faccio con tutto il cuore, — disse Noris accostandosi alla fanciulla.

Un dolce sorriso pieno d’ingenua gioia gli rispose, poi le labbra soavissime mormorarono un: Merci, monsieur, appena percettibile e la visione dileguò.

Con una mossa improvvisa e rapidissima la fanciulla era fuggita, scomparsa provocando in tutti una risata di sorpresa.

— Che vi dicevo? — tornò a ripetere il curato con aria desolata, — selvaggia! selvaggia!

— È deliziosa, — protestò Noris.

E davvero egli lo pensava.

La visione era stata di quelle che dànno la gioia senza dare il turbamento, che piegano le ginocchia in un’espressione di reverenza prima ancora di arrivare al cuore. Quasi una bimba, e così fresca, così ingenua, così nuova che nessun pensiero poteva suggerire che non fosse di purezza.

— È deliziosa, — ripetè, e stavolta, Ugo e i giornalisti gli fecero coro con evidente soddisfazione del vecchio prete che doveva adorare la sua piccola selvaggia.

Poichè Marguerite era scomparsa, i giornalisti ne approfittarono per bloccare Noris e intervistarlo. Egli si sottomise rassegnato e indifferentissimo al supplizio inevitabile: rievocò, per tutti, i particolari del suo viaggio, disse le insidie, il