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Basterebbe, ad esempio:
1° Accordare per accertata idoneità ai più abili ciclisti un brevetto di ciclista militare notandolo sul loro libretto o sul loro specchio caratteristico, come si fa in Francia pei brevetti spediti dall’Unione delle società ginnastiche.
2° Istituire pei ciclisti dei reggimenti un distintivo che ne solleticherebbe l’ambizione, conferendo loro agli occhi degli altri soldati un’alta ed invidiabile onorificenza ed autorizzare i ciclisti che hanno avuto un brevetto dalle società di tiro a fregiarsene anch’essi, e non solo quando sono richiamati sotto le armi, ma anche durante il loro congedo; senza però creare a loro favore un diritto ad essere poi impiegati come ciclisti, se sono richiamati a prender l’armi; In Francia i ciclisti portano al colletto per distintivo un velocipede, il quale è di lana per i soldati, di oro per gli ufficiali.
3° Accettare durante le manovre di campagna i ciclisti in congedo per servire come staffetta, accogliendo le offerte fatte più volte dalle principali società ciclistiche in Italia ed all’estero. In Francia ogni reggimento ha per le grandi manovre quattro velocipedisti tratti dalla riserva o dalla milizia territoriale, i quali si presentano spontaneamente pronti ad assumere questo servizio colla propria macchina. Anzi una recente istruzione autorizza le riserve munite di brevetto di velocipedista militare richiamate sotto le armi a compiere il loro servizio contro i confini del presidio dove hanno il loro domicilio.
4° Promuovere, come saggiamente propone il Natali, ad ufficiali della milizia territoriale pel servizio di staffetta e di pattuglia i ciclisti di maggior grido.
Le società ciclistiche dovrebbero poi entrare tutte in