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sono più, all’altezza del loro compito, trascurando quelli che saprebbero adempierlo lodevolmente.

L’Unione velocipedistica italiana fu la prima a stabilire questa statistica colla circolare pubblicata nel n. 56 del suo bollettino; ma ci permettiamo di osservare che una statistica di tal fatta dovrebbe essere compilata e modificata man mano secondo il bisogno delle società di tiro a segno nazionale, le quali sole trovansi a contatto con tutta quanta la gioventù d’Italia da quella delle grandi città a quella dei Comuni rurali, dove vive quella mascula rusticorum proles che costituirà sempre il nerbo dell’esercito, e le cui dichiarazioni perciò, verificate dai rispettivi direttori ed ispettori, hanno presso le autorità un valore al quale non possono certamente aspirare i certificati d’indole militare spediti dalle società ciclistiche borghesi.

Con tutto ciò non è nostra intenzione di pretendere che le società di tirò a segno abbiano a mutare indirizzo, edificare velodromi e far concorrenza alle società ciclistiche. Il compito delle società di tiro a segno nazionale è quello invece semplice di un Comitato nazionale di propaganda che lavora per estendere l’uso della bicicletta dalle città alle campagne e sopratutto verso le nostre frontiere e per volgerle a scopo di difesa nazionale, cosicché gioveranno all’incremento delle società di sport ciclistico senza invadere menomamente il loro campo. L’azione di quelle è intensiva, mirando esse a raccogliere i scelti per esercitarli nelle grandi velocità, l’azione di queste è per contro estensiva, dovendo esse procurare che il maggior numero di giovani si valga della bicicletta per studiare dettagliatamente il terreno della patria nostra.

Le società di tiro devono limitarsi a promuovere dei viaggi in isquadra sulle strade maestre, delle escursioni