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quindi non si corre che sulle piste dei velodromi e sulle grandi strade provinciali, si viaggia sempre senz’armi, senza bagaglio e non si pensa mai a procedere ordinati per isquadre raddoppiando e sdoppiando le file; a percorrere strade impraticabili o guaste semplicemente, ad attraversare terreni disuguali od impediti conducendo per qualche tratto la macchina a mano o portandola di peso, ad esercitarsi a tirare al segno senza appiedare.

Perciò il ministero della guerra negò la sua approvazione al campionato militare per le corse che ebbero luogo in Roma nel giugno 1896, e non è solito aderire alle domande di corse militari che di tempo in tempo gli vengono dirette dalle società ciclistiche.


Anche l’arte militare subì l’influsso del secolo, poiché le guerre oggidì scoppiano come fulmini a ciel sereno e si svolgono precipitosamente; le prime avvisaglie seguono alla distanza di poche ore la rottura delle relazioni diplomatiche, e dopo poche settimane le due parti avverse sono già a fronte l’una dell’altra per venire a battaglia decisiva.

Quindi importa moltissimo d’avere in questo periodo di pace delle scuole nelle quali si possono formare ed esercitare poi nelle loro speciali istruzioni dei bravi ciclisti militari, poiché altrimenti sarebbe impossibile il trarne vantaggio in tempo di guerra.

Queste scuole ciclistiche-militari dovrebbero istruirsi unicamente nell’esercito. Ma, da quanto abbiamo detto sinora risulta che le istruzioni speciali del ciclista militare sono così estese e così varie che una recluta che ne fosse affatto digiuna non potrebbe rendersele famigliari durante la breve ferma attuale, tanto più se si considera che, come