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del 9 maggio 1889 dato a questo servizio un primo ordinamento, nel 2 aprile 1892 l’applicazione fu estesa a vari altri impieghi in campagna e nelle guarnigioni, e con decreto del 5 aprile 1895 la bicicletta fu ammessa ufficialmente a far parte dell’esercito, e si assegnarono ad ogni reggimento 5000 lire annue per l’acquisto delle macchine e per un soprassoldo speciale ai ciclisti. Ufficiali dei varii reggimenti di fanteria furono inviati alla scuola di ginnastica militare di Jonville-Le-Point per impratichirsi nel maneggio del nuovo velocipede pieghevole.
In Francia la costruzione delle biciclette pel servizio militare è affidata all’artiglieria, ed il ciclismo ha raggiunto uno sviluppo che sembra vogliasi porre ad atto la proposta che qualcuno aveva fatto nel 1870, d’andare a dettar legge in Berlino con un esercito montato su velocipedi. L’unione velocipedistica francese conta 30 mila soci e l’esercito ebbe sinora il primato nell’applicazione del ciclismo alle operazioni militari.
Nel 1894 un autorevole giornale militare aveva proposto l’ordinamento di 32 mila ciclisti (26 battaglioni) i quali, sostenuti dall’artiglieria volante e dalla cavalleria, avrebbero potuto tentare le imprese più audaci. L’unità tattica per eccellenza, secondo il tenente Putkamer dell’esercito prussiano, sarebbe cavalleria, artiglieria e ciclisti.
Il comandante del 12° corpo d’armata in una circolare trasmessa nel maggio 1896 ai suoi generali e comandanti di corpo assegna ai velocipedisti un compito che supera quello stesso della cavalleria, e raccomanda di promuovere e favorire con tutti i mezzi quest’efficace fattore della vittoria.