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chiamando a vita solennemente gli antichi giuochi olimpici, volle che un giorno delle splendide feste fosse consacrato alla bicicletta.
Si calcolano a Parigi a più di 10 mila le persone che si recano ogni sera a fare una passeggiata in bicicletta fuori della città, ed a più di 10 milioni i ciclisti del mondo intero. Londra, essa sola, ha 562 piste ciclistiche e nel Belgio i ciclisti superano l’1% della popolazione intera.
In Milano, dove questa macchina forma gran parte della vita domestica, sebbene l’iscrizione municipale non sia obbligatoria, si distribuirono nel 1° semestre 1896 più di 5000 targhette.
La bicicletta è un valido rimedio contro l’anemia, la paura congenita e la timidità irragionevole del sesso gentile; nell’ultimo Congresso femminile di Parigi si dichiarò che sviluppa nella donna il sentimento, il gusto e la smania dell’indipendenza.
A Parigi, a Londra, a Brusselle, a Lilla, ad Ostenda, ecc., si disposero delle feste ciclistiche esclusivamente per le signore, che erano le sole ammesse a corrervi il palio; in Roma egualmente le signore e le signorine sogliono prender parte in gran numero alle passeggiate del Touring Club Ciclistico.
La nostra principessa Laetitia nel luglio 1896 radunò ad una gran festa ciclistica il sesso gentile nel vasto giardino reale di Torino, e terminato lo spettacolo le signore e le signorine sfilarono al cospetto della Principessa, la quale man mano che le passavano dinanzi complimentava quelle che si erano maggiormente segnalate. Il principe Carlo, uno dei più abili ciclisti della Danimarca, preferì scegliersi a consorte la principessa di Maud d’Inghilterra anch’essa espertissima ciclista. Fra i doni che le princi-