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Se si potessero sceverare gli spettatori attratti alle corse puramente dalla passione del gioco, da quelli che vi accorrono per la parte vivissima che prendono alle vicende della lotta, si vedrebbe che le corse ciclistiche hanno il primato sulle ippiche.

La bicicletta, avendo fatto cadere in disuso la ruota a grande diametro (2,50 nel biciclo Renard) dei bicicli di qualche anno fa, tolse al ciclismo quanto vi era di acrobatico e di pericoloso, e, procacciandogli il favore del popolo, rese più animati i dintorni delle città, cambiò l’aspetto delle feste cittadine e rurali, facendovi affluire gente da paesi posti a maggiori distanze, e recherà una rivoluzione nei costumi moderni.

A questo mezzo d’educazione fisica, altamente istruttivo, è riservato il compito di distruggere gli ultimi avanzi dei nostri astii medioevali, di togliere le ultime tracce di quella ruggine che lasciarono negli animi le nostre guerre di campanile, di moltiplicare i vincoli di fratellanza fra le varie regioni d’Italia, di aumentare la nostra attività commerciale e politica e di far sì che la nostra gioventù si affratelli negli stessi ideali ed acquisti una perfetta conoscenza del suolo natio.

Quindi col nostro sistema di reclutamento nazionale un colonnello, un capitano potrà sempre trovare fra i suoi soldati una guida pratica e sicura, che nelle marcie notturne, sulle montagne, attraverso terreni boschivi, paludosi od intersecati a brevi distanze da siepi o canali, gli tornerà assai più utile di una carta topografica, per quanto minuta e precisa.

E le corse e i viaggi internazionali, usando di questo mezzo di locomozione, spegneranno gli odii e cancelleranno gli antagonismi di razza, stringendo vincoli di stima e di