Pagina:Statuto di Trento con li suoi indici si nel civile come nel sindicale e criminale.djvu/247

te fi facci, e fi o Bervi nel giórno della Feda di S. Matteo A portolo dell* ifteffo Mefe da continuarli per giorni dieci continui, fotto 1* irtelie qualità, immunità^ modi, e forme, con le quali fi celebrava per avanci, eccettuato folamente il tempo, à riguardo del quale ridormiamo lo Statuto predetto, nel Cap. 136. Lib. i., rertando fermo nel refto, in rutto, e per tutto. L. % S. Per commando dell’Illufirifs. eReverentlifs. Sig. Vefcovo, e Principe in Confido Felice Alberti Cancelli?i La Ridorma àntefcritta di parola in parola fu pnbticata da Gio: Cozzai Publico Viatore della Magnifica Communità di Trento, con alta,ed intelligibile voce, à dettame di me fotto feri tto Notato, e Cancelliere, nè luoghi foliti di quella Città di Trento, cioè nella Piazza grande, alle Beccarie, e Cantone col precedente fuonodella Campana grande della Torre, e con più botti fufleguenti, a fuonO di Tromba, fecondo l’antica olfèrvanza premellb, in gran corfo di Perfone ivi congregate, ed afcoltanti in tutto, e per tutto come fopra, Li 26 di Giugno, L’anno d i Signore M40. havendone il fudetto Viatore affitTa la Copia nell* Albo Pretorio, ed alle Porte della Città -, Come così mi à riferito. Sebaftiano Siciliano Fio tarale Cancelliere della Magnifica Ccmmmitàjpercomanéo&c. ) Erche le medefime Leggi non fervono balìevolmente in tutti li Secoli _ fecondo la variazione de’ tempi, e coftumi de’ Popoli devoti fi aggrumare, ampliando, ò limitando le antiche,e facendo introduzione di nuove, conforme che la neceflìtà del buon governo ricerca.Quindi prudentilfimamente lì nollri Antenati havendo à cuore la giuftizia, ed il pah!;co bene, hanno comporto, e compillato gli Statuti, e quelli più volte riformati, per proveder à quelli difordini, che prima non previdi, da! giro del tempo fono flati feoperti» Ma perchè non è polfibile far tante Leggi» quanti fono gli articoli, e cali che nafeono; ed elfertdofi perciò, doppo l’ultima^ riforma, introdotti, e fatti molto frequenti, e famigliar! li Concorfi de* Creditori, che à quei tempi, ò mai, ò rare volte accadevano, cagionati per lo più maliziofamente da quelli, che non contenti d’haver malamente diffipate le proprie facoltà, cercano di confummar anco le altrui foflànze, oppignorando, vendendo -, ed in altri modi obligando tiafcofiamente li medefirm beni à più Perfone, Con falfe afferzioni, che tano liberi d’altri aggravi,con ridurli poi finalmente à far cellione de beni, 6 perfvader le Mogli, ò Figli voli, à far F effrazione di dote; overo morendo Iafcìano occafione agli Eredi d’accettare r eredità loro con beneficio di Legge, e d’inventariod’onde poi li Creditori, pendente il Concorfo, tettano con fuo danno fofpefi nell’eflazione, e molti renano in tutto efclufi, e privi de* Tuoi legitimi crediti; e tuttavia, du«rante il giudicio, li frutti, che dovrebbono fervirè al pagamento de’ debiti, e particolarmente in eftinZione d’affitti, livelli, ò ìntereffi annuali vengono raccolti, e confummàti da’Debitori, li quali anco primà efpilano ^ ® ie ^^a, trafportando, e vendendo le robbe migliori, ed’allungano più chepuoim la fpedizione giudiciale, per goder in mentre le entrate,fenza pagar alcuno,il Che tutto ridonda à folo pregiudizio de’pofterioriCredito ri. Per tanto Noi Confoli, e Proveditori della Città dì Trento, defideroù di promover 1* utilità publica, e proveder, per quanto fia potàbile, malizia de Indetti Debitori* ed all indennità de Creditòri 3 sì perdebito