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rebbe già sopra la media (singolare risultato!) prima dei 16 anni; poi declina rapidissimamente, raggiunge il minimo fra 25 o 40, quasi affatto annullandosi fra 30 e 35; indi rapidissimamente rialza fino a 50, e di là mostra mantenersi costante, o piuttosto con un rialzo leggiero sì, ma continuo, fino agli estremi limiti della vita. ― Sono risultati anche questi ben curiosi e degni di nota, già in parte notati molti anni sono da Quetelet e Villermè, e che nessuno avrebbe per avventura sospettato prima delle constatazioni statistiche.

Studiando la ripartizione del suicidio in Francia secondo le stagioni, ed anzi secondo i giorni dell’anno, Guerry fa a questo proposito un’altra osservazione; cioè che mentre per certi argomenti a priori erasi da altri imaginato che il massimo dei suicidj dovesse cadere nel tetro e brumoso mese di novembre, tal mese in realtà rimane molto al di sotto della media e s’accosta al minimo; e invece il massimo cade nel mese del sole per eccellenza, in giugno, e precisamente in prossimità del solstizio. ― Un’influenza fisica estrinseca mostra esister pur sempre, ma d’indole diversa da quella ch’erasi imaginata. Sì poco, dice a questo proposito il Guerry, certe verità della letteratura e del sentimento si confanno con quelle dell’osservazione precisa.

E le disdette di questa specie, che apparecchia la statistica, dottrina imparziale ed esatta di fatti, purchè rettamente intesa ed applicata, sono in realtà senza numero; ed appunto in questa rettificazione continua de’ pregiudizj volgari o speculativi consiste uno de’ principali suoi meriti. Essa è destinata a confermare ben di frequente coi proprj esempj quell’aforismo di G. B. Biot riguardo alle scienze fisiche, che altri avrebbe già ripetuto per le scienze storiche e morali, e che ognora giova rammemorare, vale a