gonsi le applicazioni che oggi sono considerate come le principali del calcolo stesso. Egli ha mancato di accennare quella teoria degli errori di osservazione, che attualmente è pressoché la sola che attragga l’attenzione de’ matematici, e cui si rivolga l’opera loro perfezionatrice. È dessa che fornisce il filo conduttore in quelle indagini che appunto direbbonsi nel più ampio senso d’induzione statistica, e la dottrina delle medie non ne è anch’ella che un capo particolare. Il calcolo delle probabilità, in riguardo alle sue applicazioni, e senza sostanzialmente innovarsi ne’ suoi fondamenti astratti, avrebbe di tal modo percorso, non due soli stadj generali, come risulterebbe dalla storia succinta che ne dà il Guerry, ma tre, come meglio parrebbe. Nel primo esso si applica poco più che a giochi e scommesse; nel secondo, cominciando da Giacomo Bernouilli, tratta principalmente di problemi fisici ed economici, e viene sempre più accarezzando con certa predilezione problemi morali; presume colle sue formole astratte dar norma ai giudizj, ai suffragj, alle testimonianze, alla credibilità storica tutta quanta; inetto spesso, non tanto per erroneità od insufficienza intrinseca e teoretica, quanto per deficienza od inosservanza delle condizioni estrinseche e pratiche per la sua applicabilità; nel terzo infine, esso viene assumendo un indirizzo assai più pratico e positivo, perfeziona i suoi metodi in vista delle applicazioni concrete da farsene, e con una più profonda teorica delle medie, della precisione, dell’errore e suoi limiti, rimanendo deduttivo pur sempre quale procedimento matematico, aspira a guidare il criterio induttivo nella stima dei fatti osservati, entro i limiti e giusta il valore proprio dell’osservazione essa medesima; generale del resto per quanto riguarda la sfera e l’oggetto delle sue applicazioni; atto cioè ad