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suggerito dalla qualità del soggetto, l’Accademia delle scienze morali e politiche, ma l’altra delle scienze, la cui commissione ebbe cura di giustificare il giudizio dal punto pure di vista degli studj che sono proprj dell’Accademia stessa.1 L’opera fu trattata in principal modo come lavoro di matematica.


Se manca finora un testo esplicativo, vi è invece una lunga ed erudita introduzione, nella quale l’autore svolge la storia dell’applicazione dei numeri nelle scienze morali; ed è in essa che può cogliersi in via generale il concetto che egli stesso si forma delle proprie ricerche, del loro metodo ed intendimento. Interessa pertanto che se ne faccia una breve analisi.

Il Guerry comincia dalla definizione della statistica. Questa non è per lui un’esposizione della pura attualità politica ed economica dello Stato: concetto, al quale (avverte egli) non potrebbero naturalmente accomodarsi alcune fra le più importanti applicazioni della statistica, che sonosi fatte principalmente negli ultimi tempi nel campo della medicina, della fisiologia comparata, e di tanti altri soggetti, che punto non si attengono, o solo per indiretta e lontana guisa, a condizioni politiche ed economiche di Stato. — Vi è materia statistica tutte le volte che vi è una collezione ordinata di fatti qualunque, che sieno ridotti ad espressione numerica. — Il dato aritmetico, tale adunque sarebbe anche pel Guerry, come in generale per la scuola statistica, alla quale egli appartiene, la materia, o, se amasi

  1. «Les conséquences qui se déduisent des données ainsi réunies s’écartent souvent à divers degrès des sciences que cette Académie cultive: tandis que l’observation et le rassemblement des faits, les procédés qu’il y faut appliquer, les méthodes mathématiques d’une nécessité absolue pour juger des résultats, rentrent dans son domaine naturel.» — Il fatto del resto sta in relazione coll’altro che aggiudicare il premio Montyon di statistica spetta appunto a quell’Accademia.