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rapporti ed elementi figurativi che in parte son nuovi, e un apposito foglio dell’opera ne dà la momenclatura e la notazione.

Così egli non si contenta della media solita, ma nelle differenti serie, e allo scopo di meglio divisarne e figurarne l’andamento, prende ulteriormente la media anche dei termini superiori a quella, ed è ciò che chiama il massimo medio; poi ancora un’altra media superiormente, e ne viene il massimo medio superiore; e inversamente, al di sotto della media comune, egli deriva un minimo medio, e un minimo medio inferiore. Vi è inoltre un medio normale, rispondente alla semi-somma dei due estremi (massimo e minimo); ed anche una così detta mediaria (médiarie), definita come la semi-somma del numero pari dei termini della serie.

Dà nome di centro di librazione al punto di ciascuna serie, a cui corrisponde la semi-somma del valore collettivo dei termini della serie stessa: ― valore assoluto, ovvero puramente relativo o di rapporto; donde una librazione assoluta nel primo caso, e così detta normale nel secondo; ― qui pure coll’ulteriore distinzione di una librazione (assoluta o normale) superiore ed inferiore. ― Costruendo la serie geometricamente, il centro di librazione cadrebbe su quella che Cournot chiama la linea mediana (diversa dalla media), ossia sull’ordinata che divide l’area della curva in due parti eguali, e per dire così scambievolmente equilibrantesi, analogamente al nome adottato dal Guerry. Sarebbe pur quella, nel calcolo delle probabilità, l’ordinata dell’errore probabile (diverso esso pure dall’errore medio, giusta il modo con cui questo viene in oggi più generalmente inteso, e che ha una espressione affatto sua propria). ― Vi è poi anche una librazione, così chiamata, d’intersezione.