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i - rime d'amore | 85 |
CLIII
L’animo di lei è un inferno.
Se poteste, signor, con l’occhio interno
penetrar i segreti del mio core,
come vedete queste ombre di fuore
apertamente con questo occhio esterno,
vi vedreste le pene de l’inferno,
un abisso infinito di dolore,
quanta mai gelosia, quanto timore
Amor ha dato o può dar in eterno.
E vedreste voi stesso seder donno
in mezzo a l’alma, cui tanti tormenti
non han potuto mai cavarvi, o ponno;
e tutti altri disir vedreste spenti,
od oppressi da grave ed alto sonno,
e sol quei d’aver voi desti ed ardenti.
CLIV
Sebbene Amore la tormenti, gode della sua passione.
Straziami, Amor, se sai, dammi tormento,
tommi pur lui, che vorrei sempre presso,
tommi pur, crudo e disleal, con esso
ogni mia pace ed ogni mio contento,
fammi pur mesta e lieta in un momento,
dammi piú morti con un colpo stesso,
fammi essempio infelice del mio sesso,
che per ciò di seguirti non mi pento.
Perché, volgendo a quei lumi il pensiero,
che vicini e lontani mi son scorta
per l’aspro, periglioso tuo sentiero,
move da lor virtú, che ’l cor conforta
sí che, quanto piú sei crudele e fiero,
tanto piú facilmente ei ti comporta.