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CLI
Ella morrá d’amore, compianta da ogni cuore gentile
Piangete, donne, e con voi pianga Amore,
poi che non piange lui, che m’ha ferita
sí, che l’alma fará tosto partita
da questo corpo tormentato fuore.
E, se mai da pietoso e gentil core
l’estrema voce altrui fu essaudita,
dapoi ch’io sarò morta e sepelita,
scrivete la cagion del mio dolore:
«Per amar molto ed esser poco amata
visse e morí infelice, ed or qui giace
la piú fidel amante che sia stata.
Pregale, viator, riposo e pace,
ed impara da lei, sí mal trattata,
a non seguir un cor crudo e fugace».
CLII
Non regge piú ad Amore, né spera pietá dall’amante.
Io vorrei pur ch’Amor dicesse come
debbo seguirlo, e con qual arte e stile
possa sperar di far chi m’arde umíle,
o diporr’io queste amorose some.
Io ho le forze omai sí fiacche e dome,
sí paventosa son tornata e vile,
che, quasi ad Eco imagine simile,
di donna serbo sol la voce e ’l nome;
né, perché le vestigia del mio sole
io segua sempre, come fece anch’ella,
e risponda a l’estreme sue parole,
posso indur la mia fiera e dura stella
ad oprar sí ch’ei, crudo come suole,
s’arresti al suon di mia stanca favella.