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i - rime d'amore | 75 |
CXXXIII
«Cosí, senza aver vita, vivo in pene».
Cosí, senza aver vita, vivo in pene,
e, vivendo ov’è gioia, non son lieta;
cosí fra viva e morta Amor mi tiene,
e vita e morte ad un tempo mi vieta.
Tal la sua sorte a ognun nascendo viene,
tal fu il mio aspro e mio crudo pianeta;
di sí rio frutto in sitibonde arene,
senza mai sparger seme, avien ch’io mieta.
E s’io voglio per me stessa finire
con la vita i tormenti, non m’è dato,
ché senza vita un uom non può colpire.
Qual fine Amore e ’l ciel m’abbia serbato
io non so, lassa, e non posso ridire;
so ben ch’io sono in un misero stato.
CXXXIV
Ha in uggia Venezia, essendo egli a Collalto.
Queste rive ch’amai sí caldamente,
rive sovra tutt’altre alme e beate,
fido albergo di cara libertate,
nido d’illustre e riposata gente,
chi ’l crederia? mi son novellamente
sí fattamente fuor del cor andate,
che di passar con lor le mie giornate
mi doglio meco e mi pento sovente.
E tutti i miei disiri e i miei pensieri
mirano a quel bel colle, ove ora stanza
il mio signor e i suoi due lumi alteri.
Quivi, per acquetar la desianza,
spenderei tutta seco volentieri
questa vita penosa che m’avanza.