Pagina:Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu/64

58 gaspara stampa


CI

Pensa alle accoglienze che gli fará, rivedendolo.

     Con quai degne accoglienze o quai parole
raccorrò io il mio gradito amante,
che torna a me con tante glorie e tante,
quante in un sol non vide forse il sole?
     Qual color or di rose, or di viole
fia ’l mio? qual cor or saldo ed or tremante,
condotta innanzi a quel divin sembiante,
ch’ardir e téma insieme dar mi suole?
     Osarò io con queste fide braccia
cingerli il caro collo, ed accostare
la mia tremante a la sua viva faccia?
     Lassa, che pur a tanto ben penare
temo che ’l cor di gioia non si sfaccia:
chi l’ha provato se lo può pensare.


CII

Nel ritorno di lui, tutta si rallegra.

     Via da me le tenebre e la nebbia,
che mi son sempre state agli occhi intorno
sei lune e piú, che ’n Francia fe’ soggiorno
lui, che ’l mio cor, come gli piace, trebbia.
     È ben ragion ch’asserenarmi io debbia,
or che ’l mio sol m’ha rimenato il giorno;
or c’han pace le guerre, che d’attorno
mi fûr, qual vide Trasimeno e Trebbia.
     Sia ogni cosa in me di riso piena,
poi che seco una schiera di diletti
a star meco il mio sol almo rimena.
     Sia la mia vita in mille dolci, eletti
piaceri involta, e tutta alma e serena,
e se stessa gioendo ognor diletti.