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XCVII
Egli, in Francia, ha seco il cuore di lei; e non le scrive.
O gran valor d’un cavalier cortese,
d’aver portato fin in Francia il core
d’una giovane incauta, ch’Amore
a lo splendor de’ suoi begli occhi prese!
Almen m’aveste le promesse attese
di temprar con due versi il mio dolore,
mentre, signor, a procacciarvi onore
tutte le voglie avete ad una intese.
I’ ho pur letto ne l’antiche carte
che non ebber a sdegno i grandi eroi
parimente seguir Venere e Marte.
E del re, che seguite, udito ho poi
che queste cure altamente comparte,
ond’è chiar dagli espèri ai lidi eoi.
XCVIII
L’infinito valore di lui è minore della pena di lei.
Conte, il vostro valor ben è infinito,
sí che vince qualunque alto valore,
ma verissimamente è via minore
del duol, ch’amando io ho per voi patito.
E, se non s’è fin qui letto et udito
de l’infinito cosa unqua maggiore,
questi sono i miracoli d’Amore,
che vince ciò che ’n cielo è stabilito.
Tempo giá fu, che l’alta gioia mia
di gran lunga avanzava anco il mio duolo,
mentre dolce la speme entro fioria:
or ella è gita, ed ei rimaso è solo,
dal dí che per mia stella acerba e ria
prendeste, ahi lassa! verso Francia il volo