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i - rime d'amore 55


     Tu dunque, Amor, che fai di notte giorno,
e puoi condurmi in un momento l’alba,
e via cacciar de’ miei martír la nebbia,
e di tenebre oscure trar la luce,
rompi omai ’l vel di questa lunga notte,
et adduci a quest’occhi il mio bel sole.

     Vivo sol, che solei far chiaro il giorno,
mentre la luce mia non vide nebbia,
perché non meni a la mia notte l’alba?

XCVI

Vorrebb’esser con lui con la persona, com’è col cuore.

     Deh perché, com’io son con voi col core,
non vi son, conte, ancor con la persona,
com’io vorrei, tanto ’l disio mi sprona,
tanto mi stringe il signor nostro Amore?
     Ché, mirando talor l’aspro furore
sovra di voi, quando arde piú Bellona,
di qualche cavalier, che la corona
cercasse porsi di sí alto onore,
     vedendo scender qualche colpo crudo,
o pregherei Amor che lo schifassi,
o io del corpo mio li farei scudo.
     Ma ’l ciel pur fiero a le mie voglie stassi,
né m’ode, benché ’l duol, che dentro chiudo,
rompa per la pietate i duri sassi.