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seguito dal Cicogna, riteneva invece che fossero tutti da attribuire al Veniero: ciò che a me pare meno probabile.
Delle Terze rime, di cui il Graf riferí sparsamente alcuni brani nel suo studio, solo di recente si è avuta una prima ristampa: Veronica Franco, «Terze rime» e sonetti. Prima ristampa con prefazione e bibliografia a cura di Gilberto Beccari, Lanciano, Carabba, 1912 (nella collezione Scrittori nostri). Purtroppo questa ristampa fu fatta senza metodo e con non poca trascuranza: l’editore, che si direbbe avesse voluto fare una riproduzione letterale della stampa cinquecentesca, non l’ha esemplata con la necessaria diligenza, e l’ha talvolta guastata con scorrettezze (dovute anche in parte ad una cattiva revisione tipografica), pur avendo apportato al testo qualche giusto emendamento. E dei sonetti della Franco ha stampato soltanto una scelta.
Nella presente edizione invece io ho stimato opportuno radunar tutti i sonetti della Franco, che ci son pervenuti, riscontrandoli tutti direttamente, meno il xv, con le seguenti raccolte a stampa o manoscritte, da cui provengono:
1) Lettere Familiari | a diversi | della S.Veronica | Franca. | AlTl/luslriss. et Reverendiss. | Monsig. | Luigi d’Este Cardinale. s. n. t. La data di questa edizione dev’essere il 15S0, poiché del 2 agosto 1580 è la dedica al cardinale di Ferrara. Qui si trovano i sonetti a cui ho dato i nn. 1 e li, inclusi nella lettera a Enrico III re di Francia, la sola con indirizzo1.
- ↑ Queste Lettere della Franco hanno piú o meno evidenti affinità con le epistole delle Terze rime. Cosí, per citar le somiglianze principali, la tv (c. 10 b) è un affettuoso omaggio ad un reverendo, mandandogli «una di quelle operine»: la Franco si duole che esso abbia provato «disturbo e molestia dal mio viver intricato negli errori, e macchiato nel fango mondano»; la va (c. 14 b sg.) è diretta ad un malèdico, che l’ha insultata; nella xvi (c. 27 b sgg.) la Franco consiglia un innamorato a rendersi noto «nelle discipline e arti ingenue», il modo piú sicuro per • entrar nelle grazie di lei; la xxiv (c. 49) è scritta ad un amico che ringrazia «dell’offerta di venir a vedere il suo bel luogo»: «la qual io accetto in segnalata grazia, e me ne valerò, secondo il desiderio dell’amico dal quale depende il mio»; con la xxx (c. 61 b sg.) ringrazia un uomo cortese, che l’ha difesa assente, in luogo dove altri l’ingiuriava; la xxxxvi (c. 82 b sg.) è diretta ad un tale, a cui ella, credendolo autor d’una satira contro di lei, aveva mandato un capitolo ed un cartello di sfida, per dichiararsi lieta di saper da lui ch’egli non è autore della satira. Il poeta che scrisse poesie oltraggiose contro la Franco (né so se proprio ella se ne offendesse profondamente) pare certo che fosse Maffio Venier. Sulle poesie da lui scritte .contro la poetessa cortigiana, v. Graf, op. cit., p. 302 e 306 sg., ed ora anche