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Delle rime di Vinciguerra II, le prime cinque sono tratte dal vi libro delle Rime di diversi eccellenti autori, Venezia, al segno del Pozzo, 1553, fi. 258 ¿-259 ò, e sono stampate nello stesso ordine, fuorché le prime due, che ho invertite; la canzone è tolta dalle Rime di diversi illustri signori napoletani ecc., Venezia, Giolito, 1555, p. 428 sgg.; e il sonetto ad A. G. Corso dalla seguente stampa: Stanze pastorali, | Del conte Baldesar | Castiglione e del si | gnor Cesare Gonzaga, | Con le Rime di m. Anton | Giacomo Corso. |||| Aldi filii | Con privilegio | in Vinegia m. d. liii, c. in a; nella quale è anche la risposta per le parole, del Corso, che comincia: «Cobalto, in cui del ciel scendendo in terra» (c. nr a),. da me tralasciata ri). Delle principali correzioni da me apportate al testo delle rime della Stampa e delle altre raccolte nell ’Appendice, pongo qui un elenco, avvisando il lettore che di esse alcune si trovano già nelle edizioni precedenti: non tutti però gli emendamenti in queste contenuti sono stati da me accettati, essendo alcuni di essi o erronei o ingiustificati: Nella Dedica «allegarla» corretto «allegrarla»; xiii, v. 8 «ombra» c. «opra»; xviii, 7 «piange» c. «pinge»; xxvi, 12 «tanta» c. «tanto»; xxxii, 6 «e l’altra qual» c. «e qual l’altra»; xxxv, 9 «scolpito» c. «scolpita»; xliii, 7 «i’ son» c. «e son»; lviii, 13 «pianger» c. «pinger»; lx, 4 «l’altra» c. «l’altro»; lxix, 10 «de’ nostri» c. «de’ vostri»; lxix, 14 «ho fatto» c. «ha fatto»; xcix, u «etrarmi»c. «atrarmi»^ cxiii, 8 «chi m’è» c. «che m’è»; cxxvi, 13 «al suo» c. «il suo»; cxxxix, 4 «accende» c. «accendi» per la rima; cxl, 14 «stai» c. «sta»; cxliii, 6 «date» c. «dato»; cxlix, 2 «d’arder» c. «arder»; clvi, 5 «aggrave» c. «aggreve» per la rima; clxiv, 2 «mai» c. «me»; clxvi,
3«darmi» c. «dammi»; clxxii, 13 «vede» c. «intende» con gli altri
editori, per la rima; clxxiii, 7 «e me» c. «a me»; clxxxi, 1 «fa» c. «fe’»; clxxxi, 6 «mia» c. «mai»; cxciv, 13 «questo» c. «questa»; cxcv, 3 «questo» c. «questa»; coi, 13 «queta e sicura» c. «queto e sicuro» per la rima; con, n «e si può» c. «e’ si può»; ccix, 9 «antica ancor» c. «antico amor»; ccix, 10 «desire» c. «al desire»; ccix,
11«fa» c. «fu»; ccxi, 8 «nè mi va» c. «nè mi vai»; ccxiv, 4 «fredda
piú» c. «freddo piú»; ccxl, 8 «che» c. «chi»; ccxlii, 61 «sonare * (1) Si trova invece nelle altre edizioni delle Rime della Stampa: nella edizione Piacentini (1738) si può vedere anche qualche poesia in lode di Collaltino (pp. xxvi, xxix).