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376 nota


L’altro sonetto è in morte dello Stampa, che pare finisse precocemente la vita a Padova, dove forse attendeva ancora agli studi, e si trova tra le Rime di diversi, Venezia, Giolito, 1545, ma non tra le Rime del Domenichi. Lo riproduco dalla ristampa della raccolta giolitina del 1545, fatta nel 1549 (p. 373)1:

               Correndo il giorno tuo verso l’occaso,
          ch’a pena avea mostrato il lume al mondo,
          e giá fatto ogni primo a te secondo,
          che di gloria ed onor privo è rimaso,
               nebbia coperse il collo di Parnaso,
          che ’l tuo splendor rendea chiaro e giocondo,
          e ’l fonte d’Elicon, purgato e mondo,
          torbido venne a tanto orribil caso.
               Apollo sospirò, pianser le muse,
          e fu tal grido d’ogn’intorno udito,
          che dai cor nostri l’allegrezza escluse.
               Rimase allora ogni animo smarrito,
          e questo suon la bocca a tutti chiuse:
          Stampa caro e gentile, ove se’ito?

Anche Alessandro Campesano, dottor di leggi e rimatore bassanese, uni la sua musa mediocre a quella del Domenichi, per piangere l’immatura fine dello Stampa2:

               Invida morte, perchè il dolce Stampa
          involi a noi nel piú bel fior degli anni?
          Perché al suo vol tronchi, malvagia, i vanni
          sì tosto? e spegni cosí chiara lampa?
               Già non mi cal che nessun mai non campa
          tue frodi, che ’l morir è uscir d’affanni;
          ma che contra i miglior prima usi inganni,
          di giusto sdegno il cor arde ed avampa.

    (miscellanea n. 2450, op. 1) questo sonetto ha l’intitolazione Alla poetessa Stampa di mano cinquecentesca. Ma io non ritengo esatta questa indicazione, per il contenuto stesso del sonetto, nel quale, meglio che il ricordo «degli antichi e novissimi poeti», sarebbe stato opportuno quello di Saffo e dell’altre poetesse, a cui ricorsero alcuni lodatori della Stampa: chi pose quella nota manoscritta ignorava o non ricordava che oltre la poetessa c’era stato un poeta di quel medesimo nome.

  1. In un esemplare marciano di questa raccolta (93. D. 159), sul sonetto sta scritto, di mano del 500: In morte di m. Baldassare Stampa.
  2. Rime de diversi autori bassanesi ecc., Venezia, De Franceschi, 1576, p. 19.