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368 nota

In Venetia, per inio Pietrasanta | m.d.liiii. — È una bella edizioncina in caratteri corsivi, con frontali ornati e iniziali figurate: il canzoniere occupa pp. 176 numerate, precedute da quattordici non numerate (contenenti la dedica di Cassandra, sorella della poetessa, a monsignor Giovanni Della Casa, alcuni sonetti in morte di Gaspara e la dedica di questa a Collaltino da Collalto), e seguite da altre tredici, parimenti non numerate, nelle quali sono la «tavola», l’elenco degli «errori incorsi nello stampare» e il «registro». Stimo opportuno riferire la dedica all’autore del Galateo1.

all’illustrissimo

et reverendissimo monsignor

MESSER GIOVANNI DALLA CASA,

arcivescovo di benevento

suo signore

CASSANDRA STAMPA.

Poi che a Dio nostro Signore è piaciuto di chiamar a sé, sul fiore si può dire degli anni suoi, la mia da me molto cara e molto amata sorella: ed ella partendo ha portato con esso lei tutte le mie speranze, tutte le consolazioni, e la vita istessa; io ho cercato di levarmi davanti gli occhi tutte le sue cose, acciò che il vederle ed il trattarle non rinovasse l’accerbissima memoria di lei nell’animo mio, e per consequente non rinfrescasse la piaga de’ molti dolori, avendo perduto una cosí savia e cosí valorosa sorella. E, volendo e devendo far il medesmo di queste sue rime, tessute da lei, parte per essercizio dello ingegno suo, felice quanto a donna, se non m’inganna l’affezzione fraterna, parte per esprimere alcun suo amoroso concetto, molti gentiliuomini di chiaro spirito, che l’amarono, mentre visse, ed hanno potere sopra di me, m’hanno tolta, mal mio grado, da questo proponimento e costretta a raccogliere insieme quelle che si sono potute trovare; mostrandomi che io non devea né potea, per non turbar la mia pace, turbar la gloria della sorella, celando le sue fatiche onorate. Questa adunque è stata la cagione ch’io le ho fatto publicare. Perché poi io le abbia dedicate piú a Vostra Signoria reverendissima che ad altro signore, è per questo. Tre, se io non erro, sono le sorti de’ signori, che si trovano al mondo: di natura, di fortuna e di virtú; i due primi sono signori di nome, l’ultimo di effetto, perché quelli sono fatti da altri, e questo si fa

  1. In questa riproduzione ho seguito gli stessi criteri adoperati nella collezione degli Scrittori, per ciò che riguarda la grafia. Ho corretto, dove occorreva, l’interpunzione, e tentato una sola correzione, stampando «ed a lei destinate le sue fatiche» dove la prima edizione dice: «et destinate le sue fatiche».