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Di Gaspara Stampa la vita ci è rimasta fin qui molto oscura, e quel che finora se n’è detto ce la fece credere di nobile casato, giovane incauta, tradita dall’uomo da lei primamente amato, il bel Collaltino di Collalto, nativo della amorosa marca trivigiana. Ma la scoperta d’alcuni documenti e un nuovo esame delle testimonianze pervenuteci intorno alla Stampa, mi han dato modo di dimostrare che fu anch’ella a’ suoi tempi un’etèra singolarmente adorna dei pregi della bellezza e dell’ingegno1. Quindi le rime di queste due poetesse, cosí diverse nell’arte loro, insieme raccolte in questo volume, costituiscono nel loro complesso uno dei piú interessanti documenti della storia della coltura e della galanteria nel secolo decimosesto, anche prescindendo dal loro valore nel rispetto dell’arte.

Io non esito ad affermare che la Stampa e la Franco sono le due piú caratteristiche poetesse del Cinquecento. Il canzoniere della prima, sebbene lo raffreddi spesso, e ne attenui l’efficacia, l’imitazione palese del grande modello petrarchesco, è pervaso da un’onda di sentimento, che soverchia non poche volte la maniera tradizionale e arricchisce di viva poesia piú e piú sonetti audaci, ardenti, vibranti, ora grido di passione desiosa, ora voce di gioia soddisfatta, ora lamento e rimpianto accorato: l’eterna storia d’amore trova in esso, per opera di una donna che molto amò e dell’amore godette senza misura tutti i gaudi e le voluttà inebrianti, un’espressione che talvolta assurge a vera, intima poesia. E la poesia riabilita agli occhi nostri madonna Gasparina dai molti amori, come nel velo del petrarchismo, e quasi direi del platonismo, rimane adombrata la sua persona reale.

Piú trascurata e sciatta nella forma, diffusa e donnescamente loquace, stentata a volte e spesso contorta, Veronica Franco non è per questo meno significativa figura di scrittrice. Ella ci si mostra nelle sue poesie, quasi con ostentazione, la femmina da conio che fu nella vita: nelle sue Terze rime abbiamo talvolta l’aperta esibizione delle gioie sensuali, onde madonna Veronica era maestra: essa veramente associa, per allettare i suoi amici, la poesia e la procacità, sacerdotessa non solo di Venere, ma anche di Apollo.

  1. A. Salza, Madonna Gasparina Stampa secondo nuove indagini (nel Giornale storico d. letter. ital., 1913, i.xii, p. 1 sgg.), a cui rimando per la bibliografia della poetessa e per le notizie sulla sua vita.