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i - rime d'amore | 31 |
LII
Morrá, se gli occhi amati non le saran benigni.
Beate luci, or se mi fate guerra
voi, donde può venir sol la mia pace;
se ’l viver mio a voi, luci alme, spiace
e la mia vita in voi solo si serra;
mi converrá (e chi nol crede s’erra)
o viver sempre in guerra aspra e tenace,
o tosto tosto l’anima fugace,
lasciato il corpo, se n’andrá sotterra.
E cosí rimarrete senza poi
soggetto, ove possiate essercitare
la crudeltate vostra, Amor e voi.
Io ne verrò al fine a guadagnare;
ché, morend’un senza peccati suoi,
felicemente suol al ciel poggiare.
LIII
S’ella non è stanca d’amare, perché vien meno la speranza?
Se d’arder e d’amar io non mi stanco,
anzi crescermi ognor questo e quel sento,
e di questo e di quello io non mi pento,
come Amor sa, che mi sta sempre al fianco,
onde avien che la speme ognor vien manco,
da me sparendo come nebbia al vento,
la speme, che ’l mio cor può far contento,
senza cui non si vive, e non vissi anco?
Nel mezzo del mio cor spesso mi dice
un’incognita téma: — O miserella,
non fia ’l tuo stato gran tempo felice;
ché fra non molto poría sparir quella
luce degli occhi tuoi vera beatrice,
ed ogni gioia tua sparir con ella.