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ii - sonetti 361


XVI

In lode della Semiramis
di Muzio Manfredi.

     Ecco del tuo fallir degna mercede,
magnanima e vilissima reina:
come Fortuna ogni tua altezza inchina,
per le tue gravi colpe, or pur si vede.
     Ecco d’Assiria l’onorata sede
di tanti regi a l’ultima ruina:
che ’l tempo faccia alfin crudel rapina
de le maggior grandezze, or pur si crede.
     Tu l’onor, tu l’impero, e tu la vita,
misera, perdi in un sol giorno, e colpa
sol di te stessa, e l’altrui gloria essalti.
     Muzio n’ha gloria, e pregi eterni ed alti
e, mentre ei te d’ogni bruttezza incolpa,
acquista al nome suo loda infinita.