532Alfin pur giunsi a la bramata stanza,
né potrei giamai dir si com’io fossi
raccolta con gratissima sembianza. 535A si dolce spettacolo rimossi
tutti i miei gravi e torbidi pensieri,
che venner meco, allor che d’Adria mossi; 538e tra mille gratissimi piaceri
ristoro presi e mi riconfortai,
qual fa ch’il suo ben gode e ’l meglio speri. 541Ma poco al mio talento mi fermai
al loco da me dianzi raccontato,
di cui piú bello non si vide mai, 544né con piú vago e splendido apparato
di vasi, e di famiglia bene instrutta,
che pronta al signor serve d’ogni lato, 547e intorno a lui con ordine ridutta.
di varia etá, di vario pelo mista,
vestita a un modo, corrisponde tutta. 550Questa tra l’altre è ancor nobile vista,
veder d’intorno a sé ben divisata
d’onesta gente vaga e doppia lista. 553Dunque, de le Fumane unica, amata
terra, ov’albergan le delizie, quante
ogni stanza reai pòn far beata, 556cedano Baie, e Pozzuol non si vante,
ch’unite in loro han le vaghe Fumane
le grazie di lá suso tutte quante. 559Cose tutte eccellenti e sopraumane,
dolci a la vista, al gusto, e gli altri sensi,
le piagge han grate agli occhi, al varcar piane. 562E, perch’al loco internamente io pensi,
quanto piú di lui parlo, e manco il lodo,
e i miei desir di lui si fan piú intensi. 565Volando col pensier, la lingua annodo