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352 veronica franco

     532Alfin pur giunsi a la bramata stanza,
né potrei giamai dir si com’io fossi
raccolta con gratissima sembianza.
     535A si dolce spettacolo rimossi
tutti i miei gravi e torbidi pensieri,
che venner meco, allor che d’Adria mossi;
     538e tra mille gratissimi piaceri
ristoro presi e mi riconfortai,
qual fa ch’il suo ben gode e ’l meglio speri.
     541Ma poco al mio talento mi fermai
al loco da me dianzi raccontato,
di cui piú bello non si vide mai,
     544né con piú vago e splendido apparato
di vasi, e di famiglia bene instrutta,
che pronta al signor serve d’ogni lato,
     547e intorno a lui con ordine ridutta.
di varia etá, di vario pelo mista,
vestita a un modo, corrisponde tutta.
     550Questa tra l’altre è ancor nobile vista,
veder d’intorno a sé ben divisata
d’onesta gente vaga e doppia lista.
     553Dunque, de le Fumane unica, amata
terra, ov’albergan le delizie, quante
ogni stanza reai pòn far beata,
     556cedano Baie, e Pozzuol non si vante,
ch’unite in loro han le vaghe Fumane
le grazie di lá suso tutte quante.
     559Cose tutte eccellenti e sopraumane,
dolci a la vista, al gusto, e gli altri sensi,
le piagge han grate agli occhi, al varcar piane.
     562E, perch’al loco internamente io pensi,
quanto piú di lui parlo, e manco il lodo,
e i miei desir di lui si fan piú intensi.
     565Volando col pensier, la lingua annodo