169sí che nel tempo novo o ne l’antico
non fu mai chi tentasse violarla,
ch’ai pensar sol confuse ogni nemico. 172Tutto’l mondo concorre a contemplarla,
come miraeoi unico in natura,
piú bella a chi si ferma piú a mirarla, 175e, senza circondata esser di mura,
piú d’ogni forte innaccessibil parte
senza munizion forte e sicura. 178Quanto per l’universo si comparte
d’utile e necessario a l’uman vitto,
da tutto l’universo si diparte; 181ed, a render recato a lei ’l suo dritto,
di quel, che in lei non nasce, ella piú abonda
d’ogni loco al produr atto e prescritto, 184si ch’eterna abondanzia la circonda,
e di tutti i paesi fruttuosi
piú ricca è d’Adria l’arenosa sponda. 187Altro che valli amene e colli ombrosi
sembrano d’Adria placida e tranquilla
i palagi ricchissimi e pomposi. 190II mar e ’l lito quivi arde e sfavilla
d’amor, che tra nereidi e semidei
quell’acque salse di dolcezza instilla. 193Venere in cerchio ancor degli altri dèi
scende dal ciel su questa bella riva,
con l’alme Grazie in compagnia di lei. 196E senza che piú avanti io la descriva,
per fortuna noiosa e violenta,
gran tempo son di lei rimasta priva: 199per far la voglia altrui paga e contenta
io diparti’, sperando alfin quell’ira,
se non estinguer, far tepida e lenta. 202Or, che quanto si piange e si sospira
per me infelice è tutto sparso al vento,
ché ’l mio amante la vista altrove gira;