136In questo l’alma un certo affetto prova,
ch’io non so qual ei sia; se non che vosco
Tesser e ’l ragionar mi piace e giova; 139e, se ’l giudicio non ho sordo e losco,
quest’è de l’amicizia la presenza,
ch’ai volto ed a la voce io la conosco. 142Del mio passato amor da la potenza
queste faville in me sono rimaste,
pili temperate e di minor fervenza: 145da queste accesa, le mie voglie caste
in quella guisa propria di voi formo,
che ’l santo Amor a cinconscriver baste. 148In amicizia il folle amor trasformo,
e, pensando a le vostre immense doti,
per imitarvi l’animo riformo; 151e, se ’n ciò i miei pensier vi fosser noti,
i moderati onesti miei desiri
non lascereste andar d’effetto vuoti. 154Per cui convien ch’ognor brami e desiri
de le vostre virtú gustar il frutto,
e, quando far noi posso, ne sospiri. 157Ma, se convien a voi cangiar ridutto,
e peregrin da noi gir in disparte,
non mi negate il favor vostro in tutto. 160Basta che se ne porti una gran parte
seco la mia fortuna: in quel che resta
supplite con gli inchiostri e con le carte. 163Non vi sia la fatica in ciò molesta,
poi che l’alma affannata, piú ch’altronde,
quinci gioiosa si può far di mesta. 166Quando siate di lá da le salse onde,
vi prego con scritture visitarmi
piene d’amor che grato corrisponde: 169e, volendo piú a pieno sodisfarmi,
questo potrete agevolmente farlo
con alcuna vostr’opera mandarmi.