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296 veronica franco

     28il qual mentre sciór tento, e piú l’ingroppo,
e, sí come d’Amor diposto fue,
non trovo in via d’amarti alcun intoppo.
     31Ma pur furono ingrate l’opre tue,
poi che pensar ad altra donna osasti,
e limar versi de le lodi sue:
     34farlo celatamente ti pensasti,
ma io ti sopragiunsi a l’improviso,
quando manco di me tu dubitasti.
     37Ben ti vidi perciò turbar nel viso,
e per la forza de la conscienza
ne rimanesti timido e conquiso,
     40sí che gli occhi d’alzar in mia presenza
non ti bastò l’errante animo allora.
Ahi teco estrema fu mia pazienza!
     43Chiudesti ’l libro tu senza dimora,
ed io gli occhi devea con mie man trarti:
misera chi di tale s’innamora!
     46Io non ho perdonato per amarti
ad alcuna fatica, ad alcun danno,
sperando intieramente d’acquistarti:
     49e tu, falso, adoprando occulto inganno
per cogliermi al tuo laccio, or che mi tieni,
mi dai, d’amor in ricompensa, affanno.
     52Ben son di vezzi e di lusinghe pieni
i tuoi detti eloquenti, e con pia vista
sempre a strazio maggior, empio, mi meni.
     55D’odio e d’amor gran passion or mista
m’ingombra l’alma, e ’l torbido pensiero
agitando contamina e contrista:
     58e ’n te dal ciel quella vendetta spero,
ch’io non vorrei; ed infelicemente
d’alto sdegno e d’amor languisco e péro.
     61Contra gli errar si deve esser clemente,
che dimostrati a quel che gli commise,
si coni’è ragionevole, si pente.