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XXXVIII

Ogni suo pensiero vola al luogo dov’egli dimora, lontano da lei.

     Qualunque dal mio petto esce sospiro,
ch’escono ad or ad or ardenti e spessi
dal dí che per mio sole gli occhi elessi,
ch’a prima vista a morte mi feriro,
     vanno verso il bel colle, ove pur miro,
benché lontana, e vanno anche con essi
i miei pensieri e tutti i sensi stessi;
né val s’io li ritengo o li ritiro,
     perché la propria loro e vera stanza
son que’ begli occhi e quella alma beltade,
che prima mi destâr la desianza.
     O pur sieno ivi accolti da pietade!
di che non spero, poi che per usanza
vi suol sempre aver luogo crudeltade.


XXXIX

Incapace a dir tutto l’amor suo, non sa cantar quello d’altri.

     Se con tutto il mio studio e tutta l’arte
io non posso accennar pur quanto e quale
è ’l foco mio dal dí che ’l primo strale
m’aventò Amor ne la sinistra parte,
     come volete voi, signor, che ex parte
l’altrui voglie amorose e l’altrui male
con questa forza stanca e cosí frale
i’ dica in vive voci, o scriva in carte?
     Datemi o ’l ciel piú stile o voi men pena,
ond’abbia o piú vigor o men martíre,
sí che la vostra voglia resti piena.
     E, se ciò non si può, vostro desire
adempiete da voi, ch’avete vena,
stile ed ingegno eguale al vostro dire.