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i - terze rime 271

XII

Risposta della signora Veronica Franca

Ella risponde invitando l’innamorato, che non può riamare, a celebrar Venezia; dove, perché egli possa dimenticar lei per altra donna, non tornerá cosí presto.

     Oh quanto per voi meglio si faria,
se quel, che ’l cielo ingegno alto vi diede,
riconosceste con piú cortesia,
     4si ch’a impiegarlo in quel, che piú si chiede,
veniste, disdegnando il mondo frale,
che quei piú inganna, che gli tien piú fede;
     7e, se lodaste pur cosa mortale,
lasciando quel ch‘è sol del senso oggetto,
lodar quel ch’ai giudicio ancor poi vale:
     10lodar d’Adria il felice almo ricetto,
che, benché sia terreno, ha forma vera
di cielo in terra a Dio caro e diletto.
     13Questa materia del vostro ingegno era,
e non gir poetando vanamente,
obliando la via del ver primiera.
     16Senza discorrer poeticamente,
senza usar l’iperbolica figura,
ch’è pur troppo bugiarda apertamente,
     19si poteva impiegar la vostra cura
in lodando Vinegia, singolare
meraviglia e stupor de la natura.
     22Questa dominatrice alta del mare,
regai vergine pura, inviolata,
nel mondo senza essempio e senza pare,
     25questa da voi deveva esser lodata,
vostra patria gentile, in cui nasceste,
e dov’anch’io, la Dio mercé, son nata;