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238 veronica franco

     28E, se invero m’amate, assai mi duole
che con effetti non vi discopriate,
come, chi veramente ama, far suole:
     31mi duol che da l’un canto voi patiate,
e da l’altro il desio, c’ho d’esser grata
al vostro vero amor, m’interrompiate.
     34Poi ch’io non crederò d’esser amata,
né ’l debbo creder, né ricompensarvi
per l’arra, che fin qui m’avete data,
     37dagli effetti, signor, fate stimarvi:
con questi in prova venite, s’anch’io
il mio amor con effetti ho da mostrarvi;
     40ma, s’avete di favole desio,
mentre nuderete voi favoleggiando,
favoloso sará l’accetto mio:
     43e, di favole stanco e sazio, quando
l’amor mi mostrerete con effetto,
non men del mio v’andrò certificando.
     46Aperto il cor vi mostrerò nel petto,
allor che ’l vostro non mi celerete,
e sará di piacervi il mio diletto;
     49e, s’a Febo si grata mi tenete
per lo compor, ne l’opere amorose
grata a Venere piú mi troverete.
     52Certe proprietati in me nascose
vi scovrirò d’infinita dolcezza,
che prosa o verso altrui mai non espose,
     55con questo, che mi diate la certezza
del vostro amor con altro che con lodi,
ch’esser da tai delusa io sono avezza:
     58piú mi giovi con fatti, e men mi lodi,
e, dov’è in ciò la vostra cortesia
soverchia, si comparta in altri modi.
     61Vi par che buono il mio discorso sia,
o ch’io in’inganni pur per aventura,
non bene esperta de la dritta via?