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224 | appendice |
VI
Ad Anton Iacopo Corso.
Corso, se ’l ciel che vi produsse in terra,
benché parto mortal, pur sí perfetto
per virtú, per valor, per intelletto,
che, se ’l mondo v’adora, in ciò non erra,
spezzi ogni tomba dove il tempo serra
le gran memorie d’ogni spirto eletto,
sí che, fin ch’ei mantien forma ed aspetto,
sia il nome vostro eterno in pace e in guerra,
cantate la beltá de l’idol mio,
perché, lasso, a pensarla mi confondo,
non che a parlarne, il suo meglior oblio.
Questo è soggetto a null’altro secondo,
questo è, se voi tra gli uomin sète un dio,
un dio nel cielo e un sol idol nel mondo.