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214 appendice


XXXIV

In morte di donna fiorentina.

     Di dolcezza e d’amor l’anima pieno,
lungo le chiare, fresche e lucid’onde
del mio bell’Arno avea l’ore seconde
d’ogni giorno per me lieto ed ameno.
     Or son di tutto privo, or mi vien meno
lo splendor de le luci alme e gioconde;
e quella gran bellezza mi s’asconde,
che ’l torbido mio cor rendea sereno.
     Invido mio destino, invida sorte,
perché destar in me sí bei pensieri,
e tôr la speme a le mie giuste voglie?
     perché colmarmi di sí fiere doglie?
Ah lasso, dunque non convien ch’io speri
soccorso altronde aver, se non da morte.