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ii - rime di baldassarre stampa | 207 |
XX
Consumato da amore, gli resta solo di morire.
L’alta fiamma d’Amor m’incende, e sugge
l’umor, che mi dá vita e nodrimento,
sí che per chiari segni omai mi sento
che la morte s’appressa e ’l viver fugge.
L’alma, quasi leon, dentro si rugge,
e de’ sospiri il doloroso vento
rinforza il fero ardore e ’l mio tormento:
cosí mia verde etá si seca e strugge.
Asciutto è ’l mar dei miei sí larghi pianti,
né piú lagrime dá, se non di sangue,
la travagliata e misera mia testa.
E, dove pria fra i piú gagliardi amanti
men gia, fatt’ora son debile, essangue,
tanto che sol morir, lasso, mi resta.
XXI
A Francesco Sansovino.
Confidenze amorose.
Sansovino gentil, cortese e caro,
in cui le stelle amiche e ’l cielo infuse
pensier, che fuor ogni viltade escluse,
e rende il vostro nome ornato e chiaro,
da l’acerbo, crudel mio duol amaro,
ond’Amor, lasso! il cor mi strinse e chiuse,
mieto lagrime tante e sí confuse,
ch’io per me non so farmi alcun riparo.
Veggio la vita mia di pena in pena
varcando andarsi agli ultimi sospiri,
anzi volar, se pietá non raffrena.
Sol voi date conforto a’ miei martíri,
e quella vista angelica e serena,
ond’hanno speme i dolci miei desiri.