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ii - rime varie | 173 |
CCXCVIII
Esaltazione dello stato monastico.
Felice in questa e piú ne l’altra vita
chi fugge, come voi, prima che provi,
la miseria del secolo infinita;
prima che dentr’al cor si turbi e movi4
per tanti inaspettati uman cordogli,
e poi d’uscirne al fin loco non trovi.
Felice anima, tu, che qui ti spogli7
di questi affetti miseri e terreni,
e de le nostre pene non ti dogli!
Tutti i tuoi dí saran lieti e sereni,10
senz’ira, senza guerra e senza danni,
di pace, di riposo e d’amor pieni.
Felice chi si fa, sotto umil panni,13
di Cristo, signor suo, devot’ancella,
né prova i nostri maritali affanni!
E, gli occhi alzando a la divina stella,16
lascia quest’aspro e periglioso mare,
ch’aura giamai non ha senza procella!
Felice chi non ha tant’ore amare,19
né sente tutto ’l dí pianti e lamenti
o di troppo volere, o poco fare!
Qui s’odon sol al fin con gran tormenti22
o querele di figli o di consorte,
e mai de l’esser tuo non ti contenti.
Infelice colei, ch’a questa sorte25
chiama la trista sua disaventura,
ch’in vita sa che cosa è inferno e morte!
Questa è una valle lagrimosa e scura,28
piena d’ortiche e di pungenti spine,
dove il tuo falso ben passa e non dura.