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     Donne, cui punge l’amorosa piaga,31
di lassar dipartir l’amato bene
non sia alcuna di voi che sia vaga;
     perché son poi maggior assai le pene34
di quel ch’altri si crede o che s’aspetta,
qualor l’amara disianza viene.
     Niuna cosa a noi piace o diletta,37
se non v’è quel che ne la fa piacere,
quel ch’ogni nostra gioia fa perfetta.
     Io quel che voglio non posso volere,40
se quel ch’amo non ho presso o dintorno,
quel che le noie mie torna in piacere.
     Tu, che fai ora a Lendenara giorno,43
almo mio sole, ed a me notte oscura,
sole, a cui sempre col pensier ritorno,
     de l’alta fede mia sincera e pura46
tien’almen la memoria che si deve,
che durerá fin che mia vita dura.
     E, se degna pietá ti move, in breve49
o scrivi o vieni o manda, sí ch’io sia
scema di cura dispietata e greve.
     Ché tanto durerá la vita mia,52
quant’io sarò sicura d’esser cara
e d’esser presso a chi ’l mio cor desia,
     il mio cor, ch’ora alberga in Lendenara.55