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CCXXIV

Amore è piú crudele che Morte.

     L’empio tuo strale, Amore,
è piú crudo e piú forte
assai che quel di Morte;
ché per Morte una volta sol si more,
e tu col tuo colpire
uccidi mille, e non si può morire.
Dunque, Amore, è men male
la morte che ’l tuo strale.


CCXXV

Le armi d’Amore.

     Io veggio spesso Amore
girarsi intorno agli occhi chiari e vaghi,
dolci del mio cor maghi,
de l’amato e gradito mio signore.
Quinci par che saetti,
e sian gli strali suoi gioie e diletti:
queste son armi, che danno altrui vita
in luogo di ferita.


CCXXVI

Non tutti comprendono la beltá del suo signore.

     Sapete voi perché ognun non accende,
e non empie d’amore,
l’infinita beltá del mio signore?
Però ch’ognun, com’io, non la comprende,
a cui per sorte è dato
vedervi quel, ch’a tant’altri è vietato;
ché, se non fosse ciò, le pietre e l’erbe
spirerebbeno ardore,
e girian di tal fiamma alte e superbe.