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i - rime d'amore | 113 |
CCIX
Ad ogni Natale, le torna a mente il primo amore.
Io non veggio giamai giunger quel giorno,
ove nacque Colui che carne prese,
essendo Dio, per scancellar l’offese
del nostro padre al suo Fattor ritorno,
che non mi risovenga il modo adorno,
col quale, avendo Amor le reti tese
fra due begli occhi ed un riso, mi prese:
occhi, ch’or fan da me lunge soggiorno;
e de l’antico amor qualche puntura
io non senta al desire ed al cor darmi,
sí fu la piaga mia profonda e dura.
E, se non che ragion pur prende l’armi
e vince il senso, questa acerba cura
sarebbe or tal che non potrebbe aitarmi.
CCX
Torna a compiacersi del nuovo amore.
Veggio Amor tender l’arco, e novo strale
por ne la corda e saettarmi il core,
e, non ben saldo ancor l’altro dolore,
nova piaga rifarmi e novo male;
e sí il suo foco m’è proprio e fatale,
sí son preda e mancipio ognor d’Amore,
che, perché l’alma vegga il suo migliore,
ripararsi da lui né vuol né vale.
Ben è ver che la tela, che m’ordisce,
sempre è di ricco stame; e quindi aviene
che ne’ suoi danni il cor père e gioisce;
e ’l ferro è tale, onde a ferirmi or viene,
che si può dir che chi per lui perisce
prova sol una vita e sommo bene.