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Def. 3. Intendo per idea un concetto della mente che questa forma in quanto è cosa pensante.

Definisce l’idea: che è un modo dell’attributo divino del pensiero. Il mondo dei corpi e il mondo delle idee costituiscono due serie parallele procedenti dai due attributi, l’estensione e il pensiero: quindi anche il mondo delle idee è un mondo di veri enti, i quali rappresentano il mondo corporeo corrispondente, ma non si esauriscono in questa funzione rappresentativa, non sono semplici copie passive; sono enti aventi il loro ordine, le loro leggi, il loro valore anche indipendentemente dalla funzione rappresentativa.

Def. 4. Per idea adequata intendo un’idea che, in quanto è considerata in sè, senza relazione all’oggetto, ha tutte le proprietà o denominazioni intrinseche dell’idea vera.

Si cfr. Et., I, ass. 6. L’idea adequata è l’idea vera, che riproduce fedelmente l’ideato, il momento reale (esteso) correlativo: ma la perfezione sua non dipende da questa sua fedeltà rappresentativa: dipende da ciò che essa, come ente, è veramente in noi come è in Dio, nella concatenazione delle idee divine.

Def. 5. La durata è una continuazione indefinita dell’esi­stenza.

L’essenza dei modi derivati ne pone l’esistenza in Dio, ma non nel tempo. L’esistenza delle cose nel tempo è determinata dalla concatenazione naturale delle cause empiriche, la quale non è (come si è veduto) che una imperfetta apprensione umana della concatenazione divina. Quest’esistenza per il senso, necessariamente limitata e mutevole, costituisce con la sua quantità il tempo.

Def. 6. Per realtà e perfezione intendo la stessa cosa.

L’assoluta realtà è anche l’assoluta perfezione: le cose finite in tanto partecipano della perfezione in