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preconcetti ed avviarsi alla vera conoscenza delle cose. (Et., I, Append.).

Spinoza si propone in appresso di mostrare la va­nità di questa concezione. Con essa si pone come più imperfetto ciò che Dio produce immediatamente (perchè non è che mezzo), mentre invece è più perfetto: si nega la stessa perfezione di Dio, perchè gli si attribuisce il bisogno d’un fine esterno; anche la distinzione scolastica tra il finis indigentiæ (finalità che procede da un vero bisogno, da un’imperfezione) e il finis assimilationis (finalità che procede dal desiderio di comunicare se stesso, di partecipare la propria perfezione) non serve a togliere al concetto di fine il carattere d’un bisogno, d’una vera deficienza.

Inoltre questa dottrina distrugge la perfezione di Dio: perchè se Dio agisce per un fine, necessariamente desidera qualche cosa che gli manca. E sebbene i teologi e i metafisici distinguono tra il finis indigentiæ ed il finis assimilationis, tut­tavia ammettono che Dio ha tutto fatto per sè e non per le cose da creare: perchè prima della creazione non possono ad­durre nulla, fuori di Dio, che potesse esser fine del suo agire: quindi sono costretti a confessare che Dio era privo di quelle cose in vista delle quali stabilì dei mezzi e le desiderava, com’è evidente. Nè bisogna qui passare sotto silenzio che i seguaci di questa dottrina, i quali vollero far mostra del loro talento nel metter in luce i fini delle cose, per sostenere le loro teorie hanno dovuto ricorrere ad un nuovo mezzo di argomentazione, e cioè la riduzione non all’impossibile, ma all’ignoranza; il che mostra che non vi era per essi altro miglior argomento. Se, per es., una pietra è caduta da un tetto sul capo di qualcuno e l’ha ucciso, essi dimostreranno nel modo seguente che la pietra è caduta per uccidere quest’uomo. Se essa infatti non è caduta a tal fine, per volontà di Dio, in che modo tante circostanze (chè spesso ve ne concorrono molte) hanno potuto trovarsi per caso riunite? Forse tu risponderai: ciò è avvenuto perchè spirava il vento e l’uomo passava di là. Ma essi urgeranno: perchè il vento soffiava? E perchè l’uomo passava di là? E se tu ancora