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fece uno sforzo per restare seduto. Ella andò diritta a donna Anna Maria e la baciò sulle guancie. S’inchinò poscia a don Ludovico chiamandolo «Monsignore» o finalmente rispose con bel garbo al saluto degli altri, stringendo la mano al conte Aurelio.

Durante il pranzo ella fu quasi gaia e confidenziale, in modo da bandire la soggezione che sentiva d’imporre involontariamente. Mangiò poco, ma di tutto assaggiò e fece comprendere che tutto le piaceva.

La conversazione si svolse su i fatti pubblici, sugli ultimi bollettini, la cui importanza non permetteva che passassero in seconda linea: poi sulla letteratura francese e italiana: Bianca era evidentemente assai colta, ma non sfoggiava la sua coltura, parlando a frasi brevi, non insistendo mai sopra un argomento, a meno che gli altri mostrassero desiderio d’insistervi, che in tal caso ella sapeva assecondarli con molta finezza. Verso donna Anna Maria e don Ludovico ella mostrava ad ogni occasione la maggior deferenza. Il suo contegno rivelava indiscutibilmente ad un occhio esperto, una educazione raffinata, cominciata dalla nascita; ma ogni suo atto, ogni suo detto avevano una impronta di semplicità, ed una spontaneità adorabile.

All’ora del caffè arrivarono i soliti visitatori e tutti rimasero sorpresi — i più, contentis-