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194 la dama della regina

Ella esitò, pentita.

— È un segreto. Non dovrei parlare.

— Parlate! — lo impose Ettore. — Ora non potete più tacere. Cosa sapete?

— Ecco: fra un mese, forse prima, l’Austria sarà padrona dell’Istria e della Dalmazia.. E fra pochi mesi la stessa Venezia sarà in suo potere... Ah! mio Dio!.. come siete agitati!.. Non dovevo parlare; mio padre aveva ragione.

Atterriti, colpiti nel profondo cuore, essi la guardavano con le pupille dilatate, come avrebbero guardato un mostro terrorizzante.

La guardavano e non trovavano la forza di dire una parola.

Ettore Almerighi ferito mortalmente da una arma a due tagli, tremava da capo a piedi. La donna amata, colei che un giorno in un momento d’ineffabile commozione gli aveva detto d’amarlo e dopo quel giorno, l’aveva fatto suo schiavo, umile e devoto... quella donna gli appariva improvvisamente così lontana, così straniera, così indifferente che tutto il suo essere ne rabbrividiva. Dopo alcuni istanti, la naturale reazione che dà all’anima come al corpo la forza di lottare contro lo sfacelo, lo portò a dubitare di sè: forse era un sogno, un incubo: i suoi sensi o la sua fantasia lo ingannavano.

Non poteva durare in tale stato: doveva parlare, interrogarla: farle dire tutta la verità: sco-