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160 la dama della regina

— Bianca — egli disse — non piangete così. Vi prego non piangete. Io non credevo di offendervi esprimendo quello che penso. Se l’avessi sospettato, avrei taciuto.

— Oh! non è l’offesa che mi rattrista tanto. So che non avete voluto offendermi. Ma io credevo... speravo... oh! che illusione mi ero fatta! — Rise di un riso stridulo che finì in un singhiozzo.

Elena sbigottita abbracciò l’amica, le accarezzò i capelli, parlandole a bassa voce per confortarla.

— Quale illusione, Bianca?.. Quale?.. Dite...

Ella alzò il capo e lo guardò traverso le lagrime. La commozione, gli occhi natanti, le guance arrossate, i capelli sollevati, come un’aureola luminosa, le davano una bellezza nuova, irresistibile. Ettore fremeva guardandola.

— Oh! una illusione folle!... Mi pareva... speravo.. che, per me, per l’affetto... di vero amico che mi portate, avreste modificate almeno in parte le vostre idee.. almeno per ciò che riguarda la Francia.. M’illudevo che la restituzione dei beni ai nobili.. la restituzione del trono ai legittimi eredi dovesse sembrarvi una cosa equa....

— Dei beni personali?.. Ma sì, certo! ai nobili ed anche ai superstiti della famiglia reale... Ma non il potere, non i privilegi... Oh! Bianca;