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mai alla possibilità di rimanere, ella, nel paese; anzi esprimeva spesso la speranza e il desiderio di raggiungere il padre e di accompagnarlo nell’esilio fino al giorno in cui il re trionfante ritornerebbe in Francia. Dunque?.. Chissà! Il suo segreto rimase inviolato per tutti quelli che l’hanno conosciuta nel paese. Certo, se la preferenza, il desiderio continuo di stare con una persona sono sintomi d’amore, si dovrebbe dire che la giovine emigrata amava veramente il poetico rivoluzionario.

Ma il conte Aurelio, osservatore e pensatore più calmo, rifletteva che la dama di Maria Antonietta, per quanto avesse vissuto alla corte di Francia negli anni burrascosi, doveva avervi contratto abitudini e bisogni di svago, che ella aveva forse potuto soddisfare anche alla corte clandestina del conte di Provenza — Luigi XVIII — ma che nella misera cittaduzza non potevano trovare alcun contentamento. Secondo Aurelio dunque, la bellissima giovane signora si annoiava; e l’amore di Ettore Almerighi bizzarro e fantasioso era per lei una potente distrazione.

Troppo assoluto, probabilmente, troppo pessimista questo giudizio del conte: sebbene naturale in lui. Forse Bianca corrispondeva, se non con molto ardore, con sufficiente tenerezza all’amore di Ettore; e si dominava e voleva mantenere i