Pagina:Speraz - la Dama della Regina.pdf/149


la dama della regina 139

Si avvicinò alla tavola per osservarle meglio, e con lei si avvicinarono le signore Alvisi, don Ludovico e il podestà. Quest’ultimo le esaminò con attenzione, poi disse:

— Sono di Murano, della fabbrica Bertolini.

— Sì — rispose Ettore. — Roba nostrana.

Le signore ammiravano le chicchere, così leggere o lucenti con le belle decorazioni in rilievo rappresentanti fiori e fogliami a colori tenui, delicatissimi, su un fondo color caffè scuro.

— E che suono argentino mandano: sentite.

Anche Gori, de’ Grassi e Rigo si erano avvicinati, ammirando i colori, i disegni e la sonorità delicata del prezioso servizio. Allora donna Anna Maria disse:

— È un dono del cavalier Almerighi. Prima di partire egli mi ha sentita deplorare la rottura di una chicchera del servizio orientale, che mi rimane incompleto; ed egli mi ha portato un intero servizio nuovo.... Io non so come ringraziarlo.

— Per carità, donna Anna Maria, non mi faccia arrossire. Ero a Murano: non potevo uscire dalla fabbrica senza acquistare qualche cosa.

Il nobile Alessandri, appassionato per tutte le arti, specialmente le decorative, entrò a parlare delle maioliche e porcellane antiche di Venezia, decadute per mancanza di privilegi e sussidi, e narrò così: