Pagina:Speraz - la Dama della Regina.pdf/138

128 la dama della regina

questo il dolore di chi non riesce ad illudersi Ma il popolo com’è indifferente! Crede Venezia inespugnabile, vede le navi e i soldati e si tien sicuro. Se volessero, se sapessero fare, credo anch’io che Venezia sarebbe inespugnabile. Sì. E poi? Cosa le servirebbe, divisa dalle altre provincie, circondata da nemici... bloccata? È una miseria, una cosa che stringe il cuore....»

E alcuni giorni dopo:

«Ho deciso: ritorno a casa. Marco invece resta qui. Abbiamo molto discusso e... bisticciato. Non è mancato molto che ci pigliassimo pe’ capelli. Certo, Marco è più logico di me: secondo la sua opinione tutti i mezzi son buoni se menano allo scopo. Politicamente egli avrà ragione. Per mio conto, se le rivoluzioni devono mantenere il vecchio spirito miseramente egoista, e la vecchia morale gesuitica, penso che è inutile fare le rivoluzioni. Comunque sia, io non mi ritrovo nella loro logica; non è pane per me; e torno a casa».

Queste lettere, Aurelio soleva leggerle ad alta voce nel circolo famigliare, e Bianca Verdier le ascoltava con vivo interesse. Un giorno ella disse alla sua giovine amica:

— Così pensava anche il mio povero marito: ed egli mi diceva che così pensavano alcuni di