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106 | la dama della regina |
poi vi era un altro intoppo. L’ufficiale che aveva deriso lo stemma della repubblica di San Marco, sorvegliava Paul de Saint-Morlain. Colui pure cercava Bianca di Verdier; e aveva osato dire che quella signora non intervenendo alla festa li insultava tutti. Invano i suoi compagni gli raccomandavano di non sollevar questioni, di nonguastar la festa. Piccato egli s’avvicinò a Saint-Morlain e l’interpellò:
— Cosa ne dite voi? Non vi pare che quella dama bionda manca di educazione?
— No, perchè ha fatto presentare le sue scuse dal conte: la lunga cavalcata al sole le ha dato il mal di capo.
— Scuse stupide. Si sa che le donne hanno il mal di capo quando vogliono. Quella dama è una francese, una ci-devant, e non si degna d’intervenire alla nostra festa.
— Peggio per lei. Io non me ne inquieto.
— Io invece vorrei farle pagar caro il suo orgoglio. Tanto piò che devo averla veduta alle Tuilleries, un giorno che passeggiavo sulla terrazza concessa ai cittadini.
— Io non credo: ad ogni modo, cosa importa?
— Mi date del mentitore?
— Ma no! Lasciatemi tranquillo.
E su questo Paul de Saint-Morlain si alzò e gli voltò le spalle. Rignol che era veramente un