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I.

Finito il «Terrore», la Francia si affaticava per ritrovare se stessa e ricomporsi in un ordine nuovo. Tutto appariva ancora incerto e minaccioso. La guerra, non più un avvenimento straordinario, bensì lo stato quasi permanente della società: un modo di vivere abituale dei popoli. Molti uomini la consideravano una grande via aperta ai forti ed agli abili per giungere rapidamente ai più alti fastigi della gloria e del potere. L’Italia — specialmente l’Alta Italia — era l’agone dove gli stranieri venivano ad incontrarsi per definire le loro querele, vivendo intanto a spese nostre: una terra ricca di ogni bene e così mal difesa che tutti potevano quasi impunemente depredarla, fino a che il più forte la facesse sua.

In mezzo a tanta rovina, la Repubblica di Venezia, vecchia di quattordici secoli, aveva sognato di restarsene tranquilla, in pace con tutti e da tutti rispettata sotto il manto della neu-